Per rispondere al meglio alle esigenze del canale HoReCa in questa particolare situazione congiunturale, Cattel, azienda specializzata nella distribuzione food, ha puntato decisamente sui surgelati, lanciando un nuovo packaging per la propria carne surgelata in IQF proposta con i marchi Scottona Braslavia e Valdora.

Abbiamo parlato con Giandomenico Baita, direttore commerciale di Cattel, di questa novita’ e in generale dell’importanza dei surgelati per aiutare il mondo del fuori casa ad affrontare questo inconsueto periodo.

Come mai avete deciso di impostare questa strategia proprio in questa fase storica?
Questo investimento sui surgelati in IQF rientra in una strategia piu’ ampia che ha l’obiettivo di trasformare i nostri agenti sul territorio da semplici raccoglitori di ordini a consulenti. Chi lavora nel mondo del fuori casa non cerca piu’ solamente il prodotto, ma vuole soluzioni che permettano di risolvere problemi operativi.

I surgelati in IQF rispondono a questa necessita’ perche’, permettendo di prelevare solo la quota di prodotto che serve, consentono di ottimizzare le risorse riducendo gli sprechi. Inoltre, questa tecnologia permette di avere prodotti con caratteristiche organolettiche molto vicine a quelle del fresco.

Da quali referenze e’ composta la vostra gamma di carne in IQF?
Attualmente abbiamo hamburger in tre formati. Il piu’ richiesto e’ quello di Scottona Braslavia, una carne particolarmente apprezzata per la morbidezza e il sapore distintivo. A breve introdurremo altre tipologie di tagli e preparazioni con surgelamento IQF: dalle fettine alle costate, dagli spezzatini alle polpette. Una scelta vasta quanto saporita che porta in se’ tutta la straordinarieta’ della cultura gastronomica italiana.
Per ottenere questi prodotti ci appoggiamo a fornitori esterni che lavorano seguendo le nostre indicazioni e con cui abbiamo un rapporto di collaborazione molto stretto.

Avete posto grande cura anche nella scelta del packaging..
Per questi prodotti abbiamo studiato un packaging ad-hoc. Abbiamo dato ai nostri partner delle specifiche precise per aiutare il nostro cliente a gestire al meglio il surgelato. Per esempio, nei ristoranti gli spazi per conservare i surgelati non sono infiniti, quindi servono confezioni che permettano di ottimizzare l’uso dello spazio disponibile. Un packaging ben studiato puo’ diventare un elemento differenziante per gli operatori.

Che peso hanno i surgelati nella vostra offerta?
Per noi il surgelato e’ un settore strategico. Negli anni abbiamo assistito a una crescita sostenuta dell’uso surgelati nella ristorazione e, per questo, abbiamo puntato proprio su questa tecnologia. La gamma del sottozero e’ articolata e spazia dal pane alla pasta, dal pesce alla carne e alle verdure. Proponiamo quasi 2.000 referenze nel sottozero, che coprono tutto il menu’. In questo modo seguiamo il cliente in tutte le sue esigenze.
Anche nell’ambito dei surgelati, pur continuando a gestire importanti marchi commerciali, intendiamo arricchire la nostra linea di prodotti a marchio, che ci permette di fidelizzare maggiormente i clienti e di garantire totalmente la filiera.

Nell’ambito dell’HoReCa, a quali tipologia di operatori vi rivolgete?
Noi siamo partiti servendo gli operatori che operavano sulle spiagge del Veneto e oggi copriamo da Milano fino a Trieste e, verso sud, fino all’Emilia. Serviamo tutto il mondo del fuori casa, con una speciale attenzione per i ristoranti e gli hotel. Ovviamente continuiamo ad essere molto attenti al mondo della ristorazione sulle spiagge, ovvero il mondo da cui siamo partiti.

Puo’ commentare, dal suo punto di vista, questi ultimi mesi?
Dopo il 18 maggio, con la fine del lockdown, per noi era tutto un grande punto di domanda. Avevamo stabilito un “budget Covid”, ma per fortuna siamo stati sorpresi in positivo. Dopo una partenza lenta, c’e’ stato un recupero del settore. Ovviamente non ha senso fare dei riferimenti rispetto all’inizio dell’anno, ma la stagione si e’ chiusa bene: settembre e’ andato molto bene.

Le prospettive non sono ancora incoraggianti ma, ancor piu’ prima dell’ultima stretta, c’e’ stato un continuo recupero delle vendite settimana su settimana: la gente ha voglia di stare fuori, di godere della possibilita’ di uscire. Le persone non vanno al ristorante tanto per soddisfare il bisogno fisiologico di mangiare, quanto per convivialita’. Nei mesi estivi c’e’ stata, infatti, molta voglia di stare insieme.

Nella mia esperienza i locali nei luoghi di vacanza hanno recuperato bene, in particolare quelli in montagna, che hanno raggiunto in alta stagione i livelli del 2019. Piu’ difficile la situazione a Venezia (che per noi e’ un territorio molto importante), che patisce il calo del turismo e anche l’assenza degli studenti universitari.

Come sono cambiate in questo periodo le abitudini degli operatori del fuori casa?
Quello che e’ cambiato tra pre e post Covid e’ la modalita’ di fare gli ordini. Le attivita’ hanno cominciato a fare ordini piu’ piccoli e molto piu’ frequenti per evitare di fare scorte. Questa modalita’, che e’ iniziata con la riapertura, si e’ confermata nei mesi successivi. I ristoratori si sono mantenuti prudenti anche quando i consumi sono aumentati.
Questa situazione per noi e’ completamente nuova e ci ha richiesto di organizzarci su piu’ consegne settimanali.

Che ruolo hanno i surgelati in questo contesto?
I surgelati, come alternativa al fresco, hanno rappresentato un aiuto ai ristoratori in queste situazioni. L’acquisto del fresco e’ molto piu’ rischioso di quello del surgelato perche’ ha una scadenza piu’ breve. Chi aveva all’inizio del lockdown una grande scorta di prodotti freschi ha dovuto buttare tutto, senza poterlo vendere. Chi aveva nel congelatore dei surgelati, li ha ritrovati pronti da utilizzare nella ripartenza. Soprattutto nelle prime settimane il surgelato e’ stato preferito al fresco, perche’ era ancora difficile capire come sarebbero andati i consumi. Gli ordini potevano essere fatti con tranquillita’, con la consapevolezza di avere tutto il tempo per esaurire le scorte.

Cattel circa 2 anni fa ha inaugurato la nuova sede aziendale a Noventa di Piave, in provincia di Venezia. Si tratta di un’ampia e moderna struttura, dotata di attrezzature all’avanguardia e strategicamente situata in un punto che la collega rapidamente agli snodi autostradali.
Costruita ad-hoc sulle esigenze dell’attivita’ operativa e degli stessi lavoratori, occupa un’area complessiva di 35.000 mq dei quali 16.000 coperti a magazzino, suddivisi per temperature di conservazione, di cui ben 7.000 mq a -25 gradi centigradi.
L’intera struttura evidenzia in ogni dove la volonta’ di investire per il miglioramento continuo dell’offerta. Un’offerta che rispetta tempi di consegna da primato, addirittura in giornata lungo il litorale e nelle 24 ore per tutte le altre destinazioni. Un impegno verso la qualita’ e la soddisfazione del cliente, rappresentato da ristoranti per il 65 percento, bar per il 15 percento e hotel per il 10 percento in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia ed Emilia Romagna, per un totale di 26 province. Grazie alla sua eccellente organizzazione, Cattel continua a svilupparsi e a crescere nell’ambito della distribuzione di prodotti di qualita’ e di garantita tradizione gastronomica italiana.

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